I profeti di sventura, economisti strapagati e politici “lungimiranti”, avevano prospettato scenari apocalittici per la Gran Bretagna, come se a causa di ciò il popolo Britannico sarebbe stato ridotto alla fame, costretto all’elemosina internazionale. Niente di tutto questo. Per carità, ci sono dei problemi da risolvere come la ventilata fuga delle Banche con ripercussioni sull’economia nazionale.
Le Compagnie aeree e quelle assicurative stanno già studiando piani per mantenere il livello di attività attuale anche nei più grigi scenari derivanti dagli accordi per l’uscita della GB dall’UE. In tutto questo, però, il Pil Britannico sta crescendo, facendo registrare un +0,5%. Se questa è una debacle economica, allora veramente c’è da augurarsi di giungere ad un’Italexit, i risultati sarebbero migliori di quelli così faticosamente e incertamente raggiunti o sperati dal nostro Paese.
L’altro aspetto, magari un po’ polemico riguarda le previsioni catastrofiche precedenti al voto: anche se Brexit è un’esperienza inedita, come possono fior fiore di economisti fallire così clamorosamente le loro analisi, hanno studiato economia all’Università di Paperopoli?