Nella microfinanza moderna essere donna è un vantaggio in quanto le società finanziarie considerano le donne più affidabili quando vengono richiesti ed erogati i piccoli prestiti. Sulle tematiche al femminile, che si possono peraltro approfondire sul sito www.giornaledonna.com , c’è anche da dire che nel mondo ben sette poveri su dieci sono donne.
A metterlo in evidenza sul sito UniMondo.org è Marco Grisenti nel sottolineare come in media rispetto agli uomini le donne, come peraltro è stato rilevato e dimostrato con diversi studi, siano dei soggetti creditizi decisamente più affidabili. In pratica concedere piccoli prestiti alle donne porta le società finanziarie e le banche ad avere meno crediti deteriorati in quanto il gentil sesso riesce ad avere con il denaro un approccio ed un uso che è decisamente più lungimirante.
E se alle donne viene riconosciuta questa virtù sui piccoli prestiti, c’è anche da dire che c’è ancora molto da fare dal fronte dell’inclusione finanziaria visto che nel mondo c’è un miliardo di donne che non riesce ad aprire in banca un conto corrente. Se invece ci riuscissero, considerando la loro lungimiranza nella gestione del denaro, la loro inclusione nel sistema bancario e finanziario secondo molti studiosi andrebbe a generare su scala globale, ed in particolare sulla crescita economica, un vero e proprio effetto moltiplicatore.
Ciò nonostante sono proprio le micro imprenditrici a far germogliare nel Sud del mondo i commerci garantendo il sostentamento dei figli e dei familiari e conquistando un ruolo importante all’interno della società. Basti pensare che per la prima volta, alla borsa di Singapore, è stato quotato sul mercato dei titoli finanziari il primo bond social sustainability che, si stima, sarà in grado di aiutare in maniera concreta oltre 380 mila donne.
Trattasi, nello specifico, del Women’s Livelihood Bond della Impact Investment Exchange, un titolo obbligazionario che è garantito dall’USAid, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, e che ha un valore iniziale di 8 milioni di dollari a fronte di un rendimento annuo riconosciuto agli investitori pari al 5,65%.
Tra affrancamento ed emancipazione, il potere del credito nelle mani di una donna, specie in continenti come l’Africa e l’Asia, nasconde però spesso le scelte di parenti maschili e di mariti che sono quelli che in realtà hanno il controllo. Ma a piccoli passi si sta uscendo anche da questa condizione in quanto sempre più donne si oppongono a tale status dato che sono fortemente motivate nel portare avanti i propri progetti per spirito imprenditoriale, ed anche e soprattutto per guadagnarsi il rispetto che meritano.
La nascita e lo sviluppo del microcredito moderno si deve all’economista e banchiere bengalese Muhammad Yunus che è noto in tutto il mondo per aver ideato un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori che, essendo troppo poveri, non riuscivano ad accedere al credito attraverso i circuiti bancari e finanziari tradizionali. Per i suoi sforzi nel campo dell’inclusione finanziaria e nell’accesso al credito, Muhammad Yunus ha vinto nel 2006 il premio Nobel per la pace.